Craniosacrale


La pratica craniosacrale presta particolare attenzione al ritmo craniosacrale, un lieve rigonfiamento e contrazione delle ossa della testa e una rotazione intorno all’asse centrale da parte dello scheletro su ciascun lato del corpo.

Questo movimento regolare viene apparentemente prodotto dai cambiamenti di pressione nella testa e nella colonna vertebrale durante la produzione e l’assorbimento del liquido cerebrospinale. Questo movimento quasi impercettibile può essere avvertito al tatto o percepito attraverso il corpo umano al ritmo di circa dodici cicli al minuto. Esso dà delle indicazioni importanti sulle condizioni del tessuto molle e dei legamenti di tutto il corpo e consente una rappresentazione schematica dei dolori e dei disturbi.

Tuttavia questo importante indicatore dell'armonia o della disarmonia presente nell’essere umano è scarsamente utilizzato e, persino, riconosciuto dalla medicina moderna (a scopi diagnostici). Poiché il ritmo craniosacrale è così sottile, la difficoltà a percepirlo costituisce uno dei principali ostacoli alle numerose possibilità offerte dalla pratica craniosacrale.

La pazienza ed una certa armonia interiore sono i presupposti essenziali per lo studente che voglia accedere a tale pratica terapeutica.

Un altro elemento importante di tale pratica è la fascia.

Tutte le parti del corpo sono avvolte da una rete di tessuti connettivi fibrosi. Questi ultimi vanno da una pellicola sottilissima simile a ragnatela a vari strati di membrane specializzate. La più ovvia è la membrana cutanea, la pelle. Internamente queste diverse membrane protettive sono designate generalmente fasce.

Un aspetto meraviglioso delle fasce o dei tessuti connettivi del corpo è che l’intera rete è connessa e continua. Così, ad esempio, la fascia che circonda il cuore è collegata ed attigua alla fascia che circonda i polmoni, le arterie, vicino alle costole e i muscoli e, indirettamente, ad ogni organo del corpo. I nervi del cervello e del midollo spinale sono ricoperti in superficie da fasce specializzate. Tali fasce si estendono anche ai nervi ed aiutano a regolare gli impulsi elettrici nervosi.

Ma la cosa che più ci interessa è il rivestimento interno del cranio e della colonna vertebrale, in particolare la dura madre. Questo denso tessuto connettivo fibroso riveste la volta cranica, le ossa che circondano il cervello e il canale nervoso all’interno della colonna vertebrale. Questa guaina protettiva è l’ambiente in cui circola il liquido cerebrospinale intorno al cervello e al midollo spinale, dalla sommità del capo fino all’estremità inferiore della spina dorsale.

La dura madre e il liquido cerebrospinale offrono entrambi un ambiente protettivo e isolante alle importanti funzioni del cervello e del midollo spinale.

Tuttavia, questa membrana protettiva è essa stessa vulnerabile. Come tutti i rivestimenti protettivi, anch’essa può mostrare segni di stress. Come un tenda può mostrare grinze e cedimenti pur proteggendo ancora i suoi occupanti, così la dura madre o una fascia qualsiasi comincia a mostrare segni di rigidità e di flessibilità.

All'interno del corpo umano sembra che la tensione e lo sforzo del tessuto connettivo siano alla base dell’allineamento erroneo delle ossa. Un’insolita rigidità o durezza delle fasce o dei

muscoli produce una leggera ma salda trazione sulle ossa cui sono attaccati, limitando il movimento e impedendo, persino, alle ossa di allinearsi correttamente.

Ciò si manifesta con dolori ricorrenti, con la tendenza a farsi male sempre nello stesso punto e con la resistenza al semplice trattamento manipolativo. Se le ossa vengono riallineate da un esperto terapista, il sollievo probabilmente sarà temporaneo, poiché i tessuti connettivi esercitano sulle ossa una forza che gradatamente le disallinea nuovamente. La pratica craniosacrale si rivolge più esplicitamente al tessuto connettivo, alleviando infine lo stress interiore e consentendo all’intero sistema di riscoprire un allineamento più armonioso.

Nella testa è alla dura madre che ci si rivolge, esercitando una pressione molto lieve sulle ossa craniche. Nel tronco, le mani sono poggiate su vari punti cruciali, chiamati diaframmi. Questi ultimi sono le parti del corpo dove predomina il tessuto crociato che può provocare disallineamento o costrizione. Un esempio ovvio è il muscolo del diaframma nella gabbia toracica inferiore. Altri diaframmi si trovano nel pavimento pelvico, nella zona delle spalle e nel punto in cui il collo si congiunge alla testa.

La terapia craniosacrale viene eseguita ponendo particolare attenzione al ritmo e alle manifestazioni energetiche del corpo e con una lieve pressione delle mani esercitata sulle ossa craniche e sui diaframmi in accordo con le indicazioni ricevute dal corpo.

Essa è, in sostanza, una terapia estremamente semplice, una sorta di “stendere le mani”, frutto di molti anni di complesse osservazioni ed esperimenti e basata su una profonda attenzione e rispetto per i processi dell’intera persona.

Il successo della terapia craniosacrale deriva dalla sua sorprendente versatilità ed efficacia nel trattamento delle ferite e dei dolori. Può essere usata da sola. Tuttavia, più di frequente, essa è usata in combinazione con uno o più trattamenti diversi.

La terapia craniosacrale produce una più ampia libertà di movimento nelle articolazioni danneggiate in seguito ad una lesione o ad una malattia. La rigidità o il dolore alle spalle, al collo e nella zona lombare sono molto frequenti e reagiscono bene alla pratica craniosacrale.

Gli individui che soffrono di dolori cronici dovuti a lesioni o a malattie hanno, inoltre, trovato sollievo e riscontrato giorno dopo giorno una migliore funzionalità come risultato dei trattamenti craniosacrali.

Spesso dolori e lesioni rappresentano uno schema nella vita di una persona. Nei momenti di stress lo stesso ginocchio o la stessa anca s’infiammano procurando dolore dopo una lesione lieve o insignificante. Il trattamento spesso rivela la presenza di una lesione originaria durante un periodo di stress intenso, di ansia o di confusione. La tendenza a ferirsi resta nel tessuto e ricompare in seguito in condizioni simili di stress, perché il tessuto corporeo ha la capacità di “ricordare” la lesione e di prepararsi a reagire a lesioni simili in futuro.

Per sfortuna la reazione primaria del tessuto al trauma subito dà luogo ad infiammazioni,, gonfiori ed immobilizza l’area colpita rendendola rigida e meno flessibile.

Emozioni spiacevoli, quali paura o rabbia, nel momento in cui si produce una lesione sembrano amplificare la reazione di difesa, prolungare la convalescenza e la prontezza del tessuto a reagire ad un evento simile in futuro.

Le tecniche discrete e sottili del trattamento craniosacrale, agendo sul tessuto al ritmo cui esso è pronto a rispondere, riescono a rimuovere la “memoria del tessuto” e lo schema di dolore in quel determinato punto.

I trattamenti craniosacrali si sono rivelati coaduitori di altre forme terapeutiche. Ad esempio, una regolazione chiropratica si è spesso rivelata più facile e duratura dopo un trattamento craniosacrale.